Fondo Guerrieri

Consistenza del Fondo: 3803 documenti.

Localizzazione del Fondo: sezione Spettacolo, magazzino piano seminterrato, ex Vetrerie Sciarra.

Segnatura di collocazione: SPETT GUE

Note biografiche

Gerardo Guerrieri è stato un intellettuale tra i più influenti nel panorama teatrale e culturale italiano del secondo Novecento. Nato a Matera nel 1920 da una famiglia lombarda, si trasferì molto giovane a Roma dove si formò e iniziò la sua attività teatrale già alla fine degli anni ’30. Debuttò come regista nel 1940 al Teatro dell’Università con la messa in scena di Felice viaggio di Thornton Wilder, dando inizio a un percorso che lo avrebbe portato a collaborare attivamente anche con la scena internazionale. Diventò ben presto consulente drammaturgico e traduttore per Luchino Visconti, firmando traduzioni memorabili di autori quali Čechov, Miller, Tennessee Williams, Strindberg, O’Neill e Shakespeare (si ricorda la traduzione di Amleto, considerata particolarmente pregevole). Fatto il suo ingresso nel mondo del cinema, lavorò come sceneggiatore e aiuto‑regista con Vittorio De Sica e Cesare Zavattini in capolavori come Ladri di biciclette e Sciuscià, entrando nel novero degli autori strettamente legati al Neorealismo italiano. Alla fine degli anni ’50, insieme alla moglie Anne d’Arbeloff, fondò a Roma il Teatro Club, un centro di promozione teatrale che portò inedite esperienze internazionali in Italia: dal Living Theatre a Peter Brook, fino al teatro Nō giapponese, la danza balinese, spettacoli aborigeni australiani e molte altre forme di avanguardia teatrale e culturale. Durante il corso della sua carriera, Guerrieri si dedicò a un’intensa attività saggistica e critica; diresse, infatti, insieme a Paolo Grassi la Collezione di teatro di Einaudi, scrisse recensioni per importanti testate come L’Unità e Il Giorno, collaborò alla redazione dell’Enciclopedia dello Spettacolo e introdusse in Italia le teorie di Stanislavskij, fino ad allora poco conosciute. Particolare dedizione dedicò allo studio della figura di Eleonora Duse, di cui raccolse documenti per oltre trent’anni, organizzò tre mostre e un convegno nel centenario della nascita dell’attrice: un’opera di ricerca che avrebbe dovuto culminare in una biografia monumentale, rimasta incompiuta alla morte dello studioso, nell’aprile del 1986.

[scheda a cura di Martina Carniato]

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